(www.lapiazzadiscanno.it)  
 

 

RICORDI: Primo luglio 1960 (di Marco Ferretti)

Una data entrata in me in punta di piedi e coccolata nel tempo con il vigore dei ricordi belli e l'emozione degli anni trascorsi.
Mio padre, funzionario della direzione generale dell'INPS, iscrisse mia sorella Alida e me alla colonia estiva per i figli dei dirigenti.
Potendo scegliere tra mare e montagna, anche in considerazione del fatto che in agosto saremmo andati comunque al mare tutti assieme come di consueto, optò per quella montana: Scanno, Asilo del Buon Pastore.
Il primo luglio del '60 fù il mio primo giorno da scannese, e per i successivi sette anni non mancammo mai di tornare in colonia, Alida ed io, tanto era bello e divertente ritrovarsi con tutti gli amici estivi !
Migliaia di ricordi si sovrappongo l'uno all' altro, tutti incredibilmente presenti e nitidi come fossero di ieri e non di quasi cinquanta anni fà.
La seggiovia, con i sedili verdi ed il predellino a ribalta, che se non ti sbrigavi a sedere – al volo- ti davano la barra di sicurezza in testa !
La santa messa della domenica, noi bambini della colonia tutti ai primi posti con la nostra elegante divisa dei giorni di festa e l'ansia di uscire a giocare appena terminata.
La corriera blu, dagli sbuffi neri e mefitici, che giornalmente conduceva a Scanno i turisti ed i locali e, a metà mese, i nostri genitori in visita.
La pensione "Pineta" ( era forse Giancarlo o Gianfranco il proprietario ? ) dove alloggiavano mamma e babbo con il terrazzo della stanza che dava sull'odierna via degli Alpini dove allora scorreva un torrentello raramente pieno ma sempre gorgogliante e freddo.
Il chiosco dei gelati e delle bibite in pineta, ora "hotel Millepini", con le sedie a sdraio e gli ombrelloni colorati.
Le stradine del centro che risuonavano dei nostri canti quando le percorrevamo in fila per due attraversando il paese.
Il lago, pieno fino al prato....non come ora, con la chiesetta zeppa di ex voto e l'odore dell'incenso. La via crucis che per noi bambini rappresentava l' essere quasi arrivati alla meta dopo la lunga camminata dalla colonia ed il miraggio del grande prato di una volta dove tirar fuori il pallone e gli altri giochi che le suore portavano per noi.
Ma su tutti, le suore: suor Assunta, suor Elisabetta, suor Cecilia, suor Ada, suor Giovanna ...e le altre i cui nomi sono pronti a tornare alla memoria legati a questa o quella parola nitida nella mente; la loro delicatezza e la fermezza, quando ci voleva.., i canti, le passeggiate per quei posti che solo una vecchia cartolina può ancora documentare a chi non li ha veduti allora. Le tazzone di latte al mattino, gli squisiti pranzi e le cene con quei tavolini e sedioline da nanetti.
Io dormivo nella camerata che attualmente ospita il teatro e il mio lettino, lindo e profumato, era sotto le finestre che danno sulla piazza, posizione.... strategica, conquistata con il prestito dei fumetti che ricevevo da mamma quasi ogni giorno !
Ho lasciato Scanno per un decennio, tra i sedici ed i ventisei anni.
Poi improvvisamente ho avvertito il bisogno di tornare.
Non vedevo l'ora di avvistare il lago arrivando dalle Gole ma, giunto a Scanno, rimasi interdetto: non riconoscevo tanti luoghi per il semplice motivo che non c'erano più
Non avevo perso l'amore per il posto, era cambiato come tutta l'Italia in quel decennio.
Provavo lo stesso sentimento che ci morde dentro quando si incontra un amore di gioventù, che ricordavamo giovane, in un contesto di magia, e ci si para d'innanzi, a distanza di anni, esteriormente trasformato, ma fruga, fruga dentro rimasto uguale.
Ecco Scanno era diventato quell'amore di gioventù.
Non ho più smesso di tornare ogni anno.
Mio figlio Valerio, ora 22 enne, ha trascorso a Scanno la sua prima estate di vita, sui seggiolini dei tandem al lago.
Ho un solo grande, incolmabile dolore: non sono riuscito a riportare mia sorella Alida, così come avrebbe intensamente voluto, prima della sua scomparsa.
Ora sono tra voi. Ho comperato casa. Mi incontrate e non riuscite a capire come faccia quel romano a sapere tante cose di Scanno di allora !
Passeggio tra i vicoli e sento ancora la voce dei miei genitori.
Vado al lago e credo di intravedere quei bambini di un tempo.
Mi soffermo a bere un caffè in piazza e mi chiedo come mai tutti quei ricordi e mille ancora siano così vivi.
Un grande, enorme regalo l' ho avuto dalla mia vicina di casa, Rita, che, ascoltandoli, mi ha fatto ritrovare suor Assunta.
Mai avrei pensato di rivederla.
Lei ancora all’ Asilo del Buon Pastore, ancora delicata e piena di splendide immagini della memoria che hanno chiamato, quasi immediatamente, lacrime di commozione.
Ecco questa è la mia storia di Scanno, come tante altre, ma preziosa per me come un gioiello di famiglia da tramandare ai figli che, sono sicuro, nel tempo, continueranno la tradizione.
                                                                                                                        Grazie Scanno.

 

 

 

Chiudi la finestra...