SCANNO. Provoca danni
all’economia turistica di Scanno la festa di San Domenico
Abate, che nella tradizione di Cocullo assume anche il nome
di Festa dei serpari. Il consiglio comunale di Scanno, con 6
voti favorevoli e il voto contrario dell’ex sindaco
Patrizio Giammarco, ha approvato un ordine del giorno
per chiedere al sindaco di Cocullo, Nicola Risio, e
al vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, Angelo Spina,
l’abolizione della cerimonia nella giornata del primo
maggio, in coincidenza con la festività nazionale.
Svolgere la nota
celebrazione di uno dei riti d’Abruzzo più famosi nel mondo
nella giornata della festa dei lavoratori, che intere
famiglie e tanti giovani si riservano per una gita “fuori
porta”, compromette gli interessi degli operatori turistici
scannesi. Quest’anno la festa, che ha richiamato a Cocullo
oltre ventimila persone per il suo forte impatto religioso
ed emotivo, ha bloccato per quasi tutta la giornata la
circolazione stradale dell’intera zona, provocando danni
ingenti alle attività economiche di Scanno.
Secondo le testimonianze
riferite agli amministratori municipali del paese sul lago,
molteplici le disdette arrivate ad albergatori e ristoratori
da parte dei turisti impossibilitati a passare per le lunghe
code al casello di Cocullo o lungo la strada che, da
Anversa, conduce al paese.
«Abbiamo dato mandato al
sindaco Pietro Spacone» spiega il relatore Amedeo
Fusco, consigliere comunale e provinciale «di incontrare
il sindaco di Cocullo e il vescovo per verificare la
possibilità di spostare la festa di San Domenico, magari
ripristinando il primo giovedì del mese. La ricorrenza
fissata al primo maggio sta provocando problemi seri alle
diverse attività economiche dell’alta Valle del Sagittario».
La decisione di spostare
la festa di San Domenico, dopo tre secoli di storia, fu
assunta dal consiglio comunale di Cocullo nel 2011, per
adeguarsi alle leggi nazionali che stabiliscono di accorpare
anche le manifestazioni locali con i giorni festivi.
La coincidenza per alcuni
osservatori ha portato un maggiore afflusso di devoti e
curiosi che, approfittando del giorno festivo nazionale, si
recano a Cocullo per assistere al rito. Secondo altri
studiosi, invece, la data fissa farebbe perdere una
peculiarità al rito, facendolo probabilmente diventare
ancora più di massa. Nel mezzo l’amministrazione comunale di
Scanno, secondo cui la concomitanza tra rito dei serpari e
festivo nazionale del primo maggio indebolirebbe le casse
degli operatori turistici scannesi.
Massimiliano Lavillotti