(www.lapiazzadiscanno.it)
|
|
|
PER FARE L’ÉLITE SERVONO LAVORO E CULTURA |
È vero, siamo nel Paese in cui tutti possono fare tutto.
Uno steward può diventare vice-premier e ministro del
Lavoro, minacciare il presidente della Repubblica e
continuare l’esercizio della sua carica; un ministro
dell’Interno passa la maggior parte delle giornate a
commissionare post sui social, tra gattini, moto d’acqua
e cocktail in spiaggia in compagnia di cubiste, invece
di andare al Parlamento europeo o più semplicemente al
Viminale, che è il suo ufficio come lo è quello di
milioni di Itagliani (come li chiama lui) che si alzano
presto e tornano la sera tardi a casa.
Altro che Aldo Moro, che andava in spiaggia in giacca e
cravatta... E non venitemi a parlare della meritocrazia
all’americana, quella che ha portato Trump alla Casa
Bianca. Appunto, Trump. Allo stesso modo, a Scanno, la
logica del “tutti possono fare tutto” vale per i
mestieri, per la gestione di un comune, di un evento e
di una intervista alla Rai. Il giorno di Ferragosto una
troupe del programma di attualità noto come Agorà si è
svegliata alle cinque del mattino, si è messa in viaggio
per il nostro borgo e ha condotto un collegamento dal
sentiero del Cuore per promuovere la giornata e il
turismo nel nostro paese. Ne comincio a sentir parlare
già dal giorno dopo, tra gruppi whatsapp e amici che
iniziano a citarmi l’episodio, facendo i nomi e
svelandomi il succo del discorso. Al netto della mia
reazione di stupore e shock non mi sono però voluto
limitare a quella sintesi, decidendo allora di andare a
vedere il video integrale, di neanche sei minuti pieni,
Cinque minuti e mezzo di assoluto disastro promozionale,
di totale impreparazione nelle idee, nella forma, nella
mentalità e nell’operato turistico. In primo luogo: a
che titolo viene fatta parlare una ragazza qualsiasi,
presentata solo come “scannese doc”? In secundis, ma non
per minore importanza:
possibile che non sia stata fatta neppure una minima
preparazione (pre-collegamento) dell’intervista,
nonostante fosse in diretta? Terzo, anche qui non per
fatto di rilevanza: per quanto mi riguarda la gravità
degli interventi non è stata limitata soltanto alla
prima intervistata ma anche agli altri due, di cui solo
il secondo (inspiegabilmente) presentato con titolo,
quale Primo cittadino del borgo. Parole a caso, cinque
minuti e poco più di distruzione totale del nostro paese
grazie alla semplice citazione dei soli problemi che ha
da risolvere, da anni.
Interventi che non passeranno certo inosservati a chi li
ha sentiti in diretta, a chi voleva sapere come fosse il
Ferragosto a Scanno ed ha sentito che quel borgo è un
eremo, un covo invaso dalla gente in cui l’offerta sta a
zero. Cinque minuti in cui di Scanno si potevano
raccontare le bellezze, i ricorsi storici e gli eventi
estivi di maggior spicco, perché la promozione si fa
enfatizzando in poco tempo, perché i problemi vanno
lasciati agli addetti ai lavori e risolti mentre il
prodotto comincia o riprende a crescere.
E invece. Uno peggio dell’altro, altro che “almeno gli
altri due hanno salvato la cosa”. Bastava vedere le
facce dell’intervistatore, i modi con cui cercava di
salvare il salvabile, quando ormai tutto il danno era
già stato fatto. Ho fatto bene a non fidarmi della mera
sintesi, il video integrale è stato peggio, decisamente
peggio delle voci e dei racconti, che di solito
storpiano ed ingigantiscono un fatto. Immagino la troupe
della Rai andar via da Scanno col volto scuro, con lo
stupore di aver conosciuto gente che non ne vuole altra,
che non vuole alzare mai l’asticella culturale del
proprio territorio, pur pieno di spunti e risorse per
farlo. Se Scanno aspetta la ripartenza non può certo
farlo tramite questi elementi qui, vivi e respiranti con
senso di onnipotenza, operanti senza capacità né reale
passione per il proprio territorio, per l’altro che deve
venirlo ad apprezzare e portarne in alto il nome nel
mondo. Come si può invocare il turismo d’élite se qui
manca ogni base fondante? Se qui non si riesce a gestire
neanche un senso unico lungolago, un’isola pedonale per
le vie del centro storico, a creare una passeggiata ad
hoc per andare dal centro abitato ai prati... Come si
può invocare l’élite se a Scanno la giornata di lavoro
viene vissuta come una fatica, come un qualcosa di cui
liberarsi al più presto, tanto che è solo stagionale e
“menomale che il mese d’agosto è quasi finito e tra poco
torniamo ad essere solo noi”? Tra mille contraddizioni,
con lo sgomento che aumenta dinnanzi a vicende come
questa, seriamente anche questo Agosto sta scivolando
via.
Ciò che lascia è ancora l’amaro in bocca, il vuoto in
testa e nel cuore per un’altra occasione mancata, per
una lotta che va avanti ormai da troppo tempo ma che
essendo prima di tutto di natura culturale e mentale
sembra non trovare mai sbocchi di riuscita, almeno
minima. Altro che élite, il lavoro e la cultura fanno
tutto. Mauro Giansante |
|
|
|
|